Hieronymi Magii Anglarensis De Tintinnabulis de Equuleo Wetsenium Amsterdam 1689

1300,00 €

Seicentina,

 

Hieronymi Magii

Anglarensis

De Tintinnabulis

liber postumus

Franciscus Sweertius F. notis illustravit

accedit eiusdem Magii

De Equuleo Liber

cum notis G. Jungermanni

ut et appendix virorum illustrium

idem argumentum pertractantium

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Apud Henr. Wetsenium, Amsteldami 1689; cm 14,5x8,5; pp. [24]-396-[14], con complessive 21 belle tavole incise in rame, così suddivise: 11 nel De Tintinnabulis, di cui 2 ripiegate; 10 nel de Equuleo, di cui 1 ripiegata; pregevole legatura settecentesca in piena pelle con titolo impresso in oro entro tassello al dorso.

Condizioni di conservazione

Buone condizioni con tracce d'uso e leggeri segni del tempo; coperta con alcuni lievi aloni e macchioline. Interni buoni con lieve / minimo foxing; angolo inferore di circa una cinquantina di pagine con piccoli camminamenti da tarlo che non comportano perdite di testo o di immagine (vedi foto).

 

Edizione che raccoglie due opere del Maggi più un breve trattato-appendice: il "De Tintinnabulis", sulle campane e ogni loro genere di uso e significato nei riti e nei costumi di numerosi popoli; il "De Equuleo", sulla tortura, i suoi strumenti e pratiche; il breve trattato "Appendix de Eculei tormento - ex Sigonii, Gallonii et Jureti scriptis". Le tre opere, postume, furono redatte durante l'imprigionamento del Maggi a Costantinopoli, dove fu tratto dopo la resa di Famagosta del 1572. Bellissime le tavole incise in rame a corredo del testo (vedi foto).

Girolamo Maggi, erudito poliedrico sia in ambito umanistico che scientifico, tra i suoi numerosi incarichi fu giudice e ingegnere militare per la Repubblica Veneziana durante l'assedio di Famagosta del 1571; in tale frangente contribuì a realizzare fortificazioni e meccanismi per la difesa della piazzaforte. Catturato dopo la caduta di Cipro, fu condotto prigioniero a Costantinopoli, dove scrisse i trattati di cui sopra. Il Maggi non riuscì a vedere la loro pubblicazione in quanto fu giustiziato per strangolamento nel 1572.

 

SETT166.L24604 N P